Tuesday, August 22, 2006


GASOLIO NEL FIUME PESCARA *** UN FLUSSO CONTINUO DI SOSTANZE OLEOSE SCENDE A VALLE PER ORE E…NESSUNO CI FA CASO

di Romano Di Bernardo

Foce del fiume Pescara - 21 Agosto 2006 – ore 09,20 – Mi trovo sul molo Nord del porto canale, sono venuto fin qui per la solita passeggiata giornaliera ed anche per fotografare i due traghetti, la IVAN ZAJC e il PESCARA JET, che stanno per partire per la Croazia. Solo di lunedì è possibile trovare le due navi, tanto diverse, attraccate alle due banchine della nuova darsena.
Sento una puzza di gasolio che proviene dal fiume, vado sul bordo del molo e vedo l’intero canale che sembra un arcobaleno. I riflessi del sole producono un effetto di scomposizione della luce proiettando sul pelo dell’acqua tutta la gamma dei colori visibili, come accade nell’aria dopo la pioggia. Capisco subito che non sono testimone di un fenomeno naturale ma piuttosto che è in atto l’ennesima mascalzonata di qualche pescarese senza scrupoli che sta scaricando nel nostro fiume, e quindi nel cuore dell’Adriatico, una grande quantità di una micidiale mistura di veleno. L’evento era già in atto, mi assicura una coppia di francesi presenti, da più di mezz’ora.

Immediatamente prendo il telefonino. Vorrei chiamare la Guardia Costiera, ma non ricordo il numero, allora compongo il 113. Mi risponde una voce femminile che mi assicura la tempestiva segnalazione alla Capitaneria di Porto e ai carabinieri, suggerisco io stesso alla operatrice della polizia, dato che in quel momento in darsena si trova una motovedetta dei dell’Arma C.C.-

Dopo pochi minuti la motovedetta CC giunge a bassa velocità all’imboccatura del porto canale e il comandante si affaccia per verificare quanto da me segnalato. Spero che abbia valutato la situazione e agito di conseguenza come prevede la legge. Pochi minuti dopo, arriva sul molo sud una Fiat Panda della Guardia Costiera seguita da un motoscafo con due marinai a bordo.

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Non è la prima volta che segnalo il passaggio di sostanze oleose ma non si è mai riusciti ad identificare e punire quei criminali, piccoli o grandi che siano, che inquinano le nostre acque. Fin dagli anni ’70, quando dirigevo un Club Nautico lungo il fiume, un giorno, a bordo di un piccolo gommone scoprii la cloaca da cui proveniva il “veleno” . Telefonai ai carabinieri di Spoltore, competenti per la zona, ma non avevano i mezzi per risalire all’inquinatore.

Quello che più mi colpisce in tutta questa brutta faccenda è il comportamento dei semplici cittadini come me che vedono, predicano contro questo e contro quello ma non segnalano alle autorità le brutture di cui sono testimoni. Dico questo perché un gruppo di pensionati, frequentatori abituali del porto, mi conferma che il “passaggio” del gasolio nel fiume dura da qualche settimana….
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