Tuesday, November 18, 2008

Dal rapporto annuale della Marina Militare ***LE CAPITANERIE DI PORTO COMPONENTE STRATEGICA DELLA MARINA ***


Le principali attività del Corpo delle Capitanerie di Porto si sono sviluppate in dipendenza funzionale da più Ministeri, nel campo della salvaguardia della vita umana in mare e del soccorso, della sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, della vigilanza in materia di tutela dell'ambiente marino e delle risorse biologiche, e di protezione dei beni d'interesse storico ed archeologico.Il Corpo delle Capitanerie di Porto ha assicurato anche la protezione delle unità della flotta e delle installazioni ed il supporto logistico alle forze navali nazionali oltre che NATO, nonché la protezione, vigilanza e sorveglianza portuale e costiera e su tutte le attività di competenza éhe si svolgono oltre il limite del mare territoriale, le attività di controllo dei flussi migratori ed il controllo dell'efficienza dei segnalamenti marittimi per l'aggiornamento dell'idrografia e la diffusione di notizie di pericoli per la navigazione.(Dalla Rivista MARINAI D’ITALIA dell’Associazione d’Arma A.N.M.I.)
L’UOMO ALATO NON E’ PIU’ UNA FANTASIA ****UN PILOTA SVIZZERO “INDOSSA” LE ALI E ATTRAVERSA IN VOLO LA MANICA




Yves Rossy, pilota da caccia dell’aviazione elvetica, ha compiuto nel mese di settembre una impresa memorabile attraversando il canale della Manica con delle ali attaccate sulle spalle e spinto da quattro piccoli motori a reazione.La trasvolata ha praticamente inaugurato il volo umano vero e proprio in quanto il corpo del pilota funzionava da fusoliera e le manovre venivano effettuate muovendo le mani e le gambe.Rossy, soprannominato “Fusionman” è stato portato in volo su Calais da un monorotore Pilatus Porter. Alla quota di 3000 metri si è lanciato nel vuoto, ha acceso i motori a reazione e si è diretto verso Dover dove è atterrato con il paracadute. Ha impiegato 12 minuti a compiere il percorso ad una velocità di circa 90 Km/h.La trasvolata della Manica rappresenta indubbiamente il primo importante test per imprese aviatorie legate al progresso del mezzo aereo. Infatti 99 anni fa, il 25 luglio 1908, Louis Blèriot, a bordo di un leggerissimo monorotore da lui costruito, compì lo stesso percorso ad una velocità di poco superiore a quella di una motocicletta dell’epoca.

Sunday, September 14, 2008

PESCARA E IL PORTO*** LA SOSPENSIONE ANTICIPATA DELLA LINEA PESCARA - SPALATO E’ UN PERICOLOSO SEGNALE DI DECADIMENTO *** OCCORRE DEVIARE IL FIUME


di Romano Di Bernardo
Era prevedibile l’attuale situazione di crisi del porto di Pescara.La sospensione anticipata della linea Pescara-Spalato è il segnale più preoccupante che dovrebbe interessare seriamente tutti gli ambienti che operano nel settore. A questo evento sono collegate le carenze organizzative, strutturali e politiche che, fin dalla progettazione della nuova darsena, erano facilmente prevedibili.I nostri amministratori, privi di “coscienza marinara”, furono convinti, in buona fede, che la realizzazione delle due nuove banchine esterne fosse il preludio per la trasformazione della nostra città in un “terminale” dell’autostrada del mare” sulla direttrice Roma – Balcani.L’interramento dei fondali iniziò a manifestarsi già durante la costruzione della darsena. Anche il più modesto dei pescatori sarebbe stato in grado di suggerire ai progettisti di posizionare la barriera foranea almeno 300 metri più al largo con una angolazione morbida che consentisse il deflusso del fiume verso il largo.Dopo il primo errore, nel progettare le nuove banchine, si è continuato a sbagliare permettendo il conseguente imbottigliamento del fondale esposto all’accumulo dei detriti.Basta una sola piena del fiume con mareggiata da greco – levante per depositare migliaia di metri cubi a ridosso delle banchine.E’ NECESSARIA LA DEVIAZIONE DEL FIUME In tutti porti importanti situati alle foci di fiumi di media grandezza come il Pescara si è provveduto alla deviazione del corso d’acqua per isolare l’area portuale collegata direttamente al mare aperto.Questa soluzione pare che sia prevista dal piano regolatore portuale in gestazione presso il Comune e annunciato anche dal sindaco D’Alfonso.Bisogna poi sottolineare l’assoluto disinteresse della Regione. L’Ente crede che a Pescara siano sufficienti le strutture attuali per assolvere al traffico passeggeri ed ha preferito investire tutte le risorse sul porto di Ortona in maniera disorganica e approssimata.. Anche qui si evidenzia la mancanza di “coscienza marinara” da parte dei nostri politici. Non hanno capito che Ortona può diventare un porto di rilevanza nazionale solo se si promuovono quelle infrastrutture di base che consentono il traffico delle grandi navi porta container e simili.Non hanno ancora capito che Pescara potrà diventare un vero porto passeggeri solo se sarà in grado di inserirsi nel circuito delle medie crociere e se potrà ospitare traghetti capaci di trasportare non solo passeggeri ma anche camion e vetture tra l’Italia e il Mediterraneo Orientale .
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Le immagini mostrano la partenza della prima corsa Pescara-Spalato effettuata dalla nave EGADI della "LOLLIGHETTI" nel 1966 (sopra) e la ultima partenza della IVAN ZAIC (ex TIZIANO) agosto 2008.

Saturday, September 13, 2008

Interessa in particolar modo i sommergibilisti***STRAORDINARI GIOCATTOLI SUBACQUEI*** Dal periodico dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia


di Paolo Pagnottella



Un amico che conosce bene quale sia la mia passione per i sommergibili (componente, nella quale ho trascorso solamente 15 anni della mia vita in Marina) mi ha segnalato una curiosità, trovata sull'ormai onnipresente Internet. Ho pensato, in un primo tempo, anche in ragione della data in cui mi è pervenuto, ad uno scherzo, come ce ne sono tanti in rete, poi però la cosa era talmente affascinante da meritare un approfondimento.Cliccando (horribile dictu sed ... ) su uno dei tanti siti che fanno capo alla US Navy, ho trovato l'oggetto della segnalazione. Sono stati messi in rete, dopo il lungo periodo regolamentare di segretazione negli archivi, tantissimi progetti di unità subacquee, principalmente sommergibili piuttosto che sottomarini, commissionati o presentati prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale. Direi che sono tutti di straordinario interesse, vuoi per la fantasia, vuoi per la genialità, ma soprattutto perché denotano lo spirito di ricerca assai diffuso, a livello universitario come individuale, che spingeva (e direi ancora spinge) gli americani a rifornire generosamente e copiosamente la propria amministrazione di ogni possibile supporto.La seconda caratteristica che ho rimarcato è costituita dal fatto che tutti questi progetti, anche i più strampalati, sono stati ricevuti, esaminati attentamente, valutati e valorizzati, evidente segno che in ognuno di essi poteva celarsi una soluzione o un'idea comunque utilizzabile, in toto o in parte, per il progresso dell'impresa Patria. Questo, che ho definito un bellissimo "giocattolo", evidentemente è stato giudicato irrealizzabile, suppongo perché un qualunque sommergibilista avrebbe trovato qualche difficoltà a farlo immergere ed a navigarci in immersione (penso ai tempi per prendere l'immersione, ai vortici, al rumore di spettro, anche se il suo fascino e l'impressione che rapportandoci all'epoca il progetto fosse stato portato a termine e magari realizzato, avremmo potuto trovarci di fronte ad un simile gigante del mare dotato di armamento d da superiorità navale e.. avremmo dovuto studiare ed impegnarci a trovarne la contromossa, nente,insomma una escalation con chissà ne), capace di sviluppare 14 nodi di ve composto da 8 cannoni da 203 mm.quali conseguenze!! Lo riporto nel suo disegno preliminare, unico ed attraente, classificato "S 584 163" : incrociatore sottomarino n.1 "unprotected" (?), stimato da 10 mila tonnellate in carico normale dosato (pronto all’immersione) capace di sviluppare 14 nodi di velocità con un’autonomia di 16 mila miglia a 10 nodi, propulsione su 4 diesel accoppiati a 4 motori elettrici. ben 122 metri circa, largo 15 metri al massimo con un pescaggio di 10 metri, era dotato di un armamento imponente composto da 8 cannoni da 203 mm. (due torri trinate ed una binata) due cannoni,da 100 mm. in versione antiaerea, 6 tubi di lancio prodieri da 533, e due tubi poppieri dello stesso calibro.Ma la cosa più stupefacente è che l'intero ponte sottocoperta era dedicato all'hangar per aerei, che sarebbero stati sollevati al livello coperta da un montacarichi trasformato in catapulta di lancio quando in posizione elevata. Bellissima immagine di un "mostro" subacqueo, rivoluzionario per i tempi, viziato da evidente "gigantismo" con insite difficoltà tecniche sia di realizzazione che di operabilità (e non solo per quei tempi!)Tuttavia mi sono venuti subito in mente i sottomarini nucleari lanciamissili dei giorni nostri: vi ricordate l'impressione che suscitarono in noi sommergibilisti le prime immagini dei "Typhoon" sovietici? Sul progetto americano degli anni venti oggi sorridiamo, sui "Typhoon" non abbiamo sorriso affatto. A proposito, anche i sovieticì, quanto a progetti, non scherzavano!! Sono stati rinvenuti (e siamo grati a Cesare Manstretta che ce li ha inoltrati) i carteggi relativi ad un sommergibile ... da sbarco! Affascinante idea, assai stimolante, innovativa e geniale, merita considerazione e direi anche rispetto. Abbiamo rischiato di trovare per mare queste unità e di doverci confrontare con tattiche e situazioni inusuali e stravolgenti. Cosa ci rimane da dire? Meditiamo, la guerra è una cosa seria e la tecnica, così come la tecnologia, unite alla fantasia ed al genio possono sempre produrre... giocattoli pericolosi.




Dal Periodico dell'Asociazione d'Arma A.N.M.I. Marinai d'Italia Giugno 2008



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