Wednesday, June 14, 2006


PESCARATORI ABRUZZESI SULLE COSTE AFRICANE - I PIRATI ESISTONO ANCORA

di Romano Di Bernardo


Gli episodi di pirateria ai danni di due nostre navi mercantili che navigavano in vista delle coste africane sono piuttosto frequenti e riportano alla ribalta un problema vecchio che credevamo ormai appartenere alle fantastiche avventure descritte nei romanzi Salgariani. Invece siamo di fronte ad una nuova risma di criminali spietati che non hanno nulla di romantico e che solo nei primi mesi Dell’anno scorso hanno abbordato ben 127 navi e sequestrato 178 marittimi.Colpito, incuriosito ed anche preoccupato per questa crescente criminalità marittima sono andato a trovare Nino Clementoni, un amico di Martinsicuro, marittimo in pensione, che nel corso di 37 anni di navigazione ha subito due tentativi di abbordaggio durante la pesca lungo la costa occidentale dell’Africa. Tentativi che egli stesso, riuscì a neutralizzare senza spargimento di sangue.Ecco il suo racconto. “La prima esperienza l’ho vissuta nel 1985 vicino alle costa Atlantica africana a Sud del Marocco e la seconda nel 1998 un poco più a Sud durante la guerra civile in Sierra Leone.Sia nel primo che nel secondo caso ho messo in atto uno stratagemma abbastanza originale ma di grande effetto. Essendo i due episodi simili vi racconterò solo il secondo, cioè il più recente.Quando a bordo ci siamo resi conto che due canone di uomini armati stavano inseguendoci pronti a lanciare i loro arpioni per abbordarci, ho fatto celermente collegare molti tubi flessibili all’impianto di refrigerazione (eravamo una nave da pesca oceanica) e li abbiamo calati lungo la fiancata di sinistra da dove provenivano le canoe spinte da veloci motori fuoribordo.Giunti a pochi metri dalla nave i pirati si affiancarono per lanciare gli arpioni e salire a bordo. A quel punto ho fatto un segnale convenuto ad un mio ufficiale di macchina che ha aperto la valvola del gas. Dopo un po’, essendo molti i tubi collegati, la pressione del gas stentava ad aumentare. Pensai a qualche avaria della pompa e già vedevo le scimitarre ed i mitra minacciosi di quegli uomini giunti proprio sotto la fiancata. Per fortuna la pompa andò in pressione e una nuvola di gas irritante investì all’improvviso quei delinquenti che rimasero quasi accecati e disorientati per qualche minuto. Ciò permise al Comandante di virare dalla parte opposta mostrando ai pirati la nostra poppa e le nostre eliche micidiali al massimo dei giri...ho ancora davanti agli occhi le minacce rabbiose di uno di loro che agitava una scimitarra verso di noi mentre ci allontanavamo dalla zona del tentato abbordaggio.”

1- Nino al suo primo imbarco (1959)

2 - La signora imbarcata insieme al marito

3 - L'equipaggio che sconfisse i pirati

Una vita sul mare


Nino Clementoni si imbarcò la prima volta nel 1955 sul motopesca “Monte Corno”. Era quasi un ragazzino; si era appena licenziato dalla Scuola Marittima con il diploma di allievo ufficiale macchinista ed era convinto, fin da allora, che la sua sarebbe stata una vita sul mare. Fece l’ultimo imbarco nel 1998. “Se dovessi rinascere – mi dice con una punta di orgoglio e commozione – rifarei tutto quello che ho fatto...” Ma questa sua passione per il mare non gli ha precluso gli altri passi importanti dell’esistenza, come l’incontro con sua moglie, la Signora Gemma, che gli ha dato due splendide figlie, ora ambedue sposate, accettando di condividere con lui una vita certamente non facile per la moglie di un navigante. Non solo lo aspettava in banchina quando rientrava dalle lunghe campagne di pesca in Atlantico, ma condivise con Nino diversi periodi di imbarco durante i frequenti viaggi dalle coste del Tirreno alle coste Atlantiche.


Ora la famiglia Clementoni vive serena in una villetta di Martinsicuro, una operosa cittadina quasi al confine tra l’Abruzzo e Le Marche, dove il Direttore di Macchina in pensione passa il suo tempo con i nipotini, non tralasciando le comunicazioni radio (si, perché Nino è anche un radioamatore con il nominativo internazionale IK6TIG) con le navi sparse per i mari del mondo.Un solo ricordo spesso lo angoscia: quel pirata africano quasi accecato dai gas che lo minacciava rabbiosamente con la scimitarra mentre la piroga assalitrice si allontanava.

2 comments:

W LA GENTE DI MARE said...

Carissimo amico,noto con piacere lo sforzo che sta facendo per portare alla luce del sole i problemi dei marittimi italiani.Volevo informarla che il 13 aprile,presso il ministero dei trasporti,e' stato istituito il comitato nazionale welfare marittimo.Seguira' l'istituzione di comitati welfare locali a cui parteciperanno anche marittimi italiani.Il tutto e' stato voluto dall'APOSTOLATO del MARE.Saremo lieti se anche lei vorra' unirsi a noi per collaborare insieme allo sviluppo del welfare marittimo in Italia.Grazie attendo una sua cortese risposta su questo blog O se preferisce sul mio.E se lo vorra' le inviero' informazioni dettagliate.

romano di bernardo said...

La ringrazio per la cortese attenzione. Certo che sono disposto a collaborare ad iniziative a favore della marineria. Io sono un pensionato e dedico il mio tempo al sito www.pescaraonline.net da me fondato e diretto senza scopo di lucro. Mi farebbe piacere ricevere ulteriori informazioni.
Grazie e a presto.
Romano